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integrazione proteica

È abitudine diffusa, fra coloro che praticano attività sportiva ad ogni livello, la pratica di adottare un’integrazione proteica o amminoacidica allo scopo di migliorare la performance atletica. Il Ministero della Salute ricorda che: “Un’alimentazione corretta ed equilibrata rappresenta il sistema più adatto per soddisfare i particolari bisogni energetici e nutrizionali degli sportivi, amatoriali e professionisti, così come di tutta la popolazione. Una corretta alimentazione trova la sua espressione in una adeguata e variata combinazione degli alimenti e nel giusto apporto idrico, così da soddisfare in misura adeguata il fabbisogno energetico e fisiologico dell’organismo. L’eventuale uso di integratori può essere giustificato solo a condizione che:

  • Gli apporti energetici e nutritivi della razione alimentare devono completati e non sbilanciati
  • Si pratichino delle attività agonistiche o amatoriali che comportano un dispendio energetico particolarmente elevato e un’eccessiva perdita di minerali con la sudorazione
  • Venga scelta, tra le numerose opzioni disponibili, quella effettivamente rispondente alle proprie necessità specifiche e individuali
  • Si osservino attentamente le modalità d’uso e le eventuali avvertenze, non superando le dosi consigliate ed evitando l’uso prolungato”.

Come conciliare quindi l’elevata integrazione di proteine o amminoacidi a supporto di una attività fisica costante?

Attingere a fonti alimentari di proteine non consente di eludere il problema. Il rene risponderà ad un pasto proteico con un aumento della filtrazione per eliminare il carico di urea. A questo proposito direi che il modo migliore per ridurre i rischi sia quello di “non esagerare” con l’assunzione di proteine. Tuttavia, poiché assumiamo proteine per ottenere gli amminoacidi di cui sono fatte, è teoricamente possibile affidarsi per l’integrazione ai soli amminoacidi. Per il resto verrà mantenuta la quota proteica giornaliera che si aggira intorno ad 1gr/Kg di peso corporeo ritenuta opportuna per un soggetto adulto attivo.

Nello specifico…

Una importante classificazione clinica distingue gli amminoacidi in essenziali (EAA) e non essenziali (NEAA). Essenziali sono quelli che siamo costretti ad assumere con le proteine alimentari non avendo la possibilità di sintetizzarli col nostro metabolismo. Possiamo invece sintetizzare gli amminoacidi non essenziali che, inoltre, prevalgono rispetto agli essenziali nelle proteine alimentari. In particolare, 5 EAA coprono il 75% dell’intero fabbisogno e non superano il 20% negli alimenti che ne sono più ricchi. Quindi, se come sembra la natura ci costringe ad assumere troppi NEAA per avere gli EAA che ci servono, integrare i soli amminoacidi essenziali appare un modo elegante e redditizio dal punto di vista metabolico di procurarci ciò di cui abbiamo bisogno senza l’inutile zavorra che indurrebbe la necessità di eliminare l’azoto non utilizzato.

Il parere del Ministero della Salute sull’integrazione proteica

In conclusione, l’integrazione con prodotti specifici può essere una opzione corretta avallata anche dal nostro Ministero della Salute. A patto, però, che la scelta fra i tanti prodotti a disposizione non sia superficiale e tenga conto non solo del risultato sportivo o estetico in sé ma anche e soprattutto del possibile impatto sulla salute della persona.