Avendo alzato tanto il livello nelle scorse settimane raccontandovi le biografie di Federica Pellegrini e Aung San Suu Kyi, non potevo non parlare di un’altrettanto grande donna qual è Nadia Nadim. Nadim, 33 anni, è una calciatrice della nazionale danese, ma non può essere considerata una normale atleta.
La storia di tragedia e trionfo di Nadia Nadim è fonte di ispirazione per molti, soprattutto da quando ha cominciato a diventare virale sui social media. Oggi, infatti, Nadia vive un periodo di grande popolarità, in particolare dopo aver vinto il campionato francese nella stagione 2020-21 con il Paris Saint-Germain, eppure la sua infanzia è stata segnata da un incredibile trauma.
Nata il 2 gennaio 1988 a Herat, in Afghanistan, aveva solo 11 anni quando i talebani uccisero suo padre, ex generale dell’esercito afghano. Insieme a sua madre e quattro sorelle, è fuggita dall’Afghanistan per il Pakistan con dei passaporti falsi e grazie ai quali l’intera famiglia è arrivata in Europa.
“Avevamo programmato di scappare a Londra, dove avevamo alcuni parenti, e con passaporti falsi siamo arrivati in Italia attraverso il Pakistan. Da lì, io e tutta la mia famiglia siamo saliti su un camion, pensando di dirigerci verso Londra. Dopo alcuni giorni, siamo uscite fuori dal camion, aspettandoci di vedere il Big Ben. Non abbiamo mai visto il Big Ben, c’erano solo alberi. Abbiamo chiesto a un passante e abbiamo scoperto che l’autobus ci aveva lasciati in Danimarca. Un piccolo paese nel nord dell’Europa, che oggi chiamo casa.”, scrive Nadia sul suo sito web.
La Danimarca è il paese diventato la patria di Nadia e della sua famiglia, ed è qui che ha iniziato la sua carriera giocando per il club B52 Aalborg. Nel 2009, Nadia Nadim ha fatto il suo debutto per la squadra nazionale danese in Algarve Cup e da allora si è guadagnata la reputazione di una prolifica marcatrice che ha aiutato la sua squadra a vincere diverse vittorie. Il suo fantastico gol all’Europeo 2017 è stato uno dei momenti salienti della sua impressionante carriera.
Ma non è tutto: Nadia Nadim, tra un allenamento e l’altro, è persino riuscita a trovare il tempo di studiare per diventare un chirurgo ricostruttivo. È una studentessa di medicina all’Università di Aarhus e prevede di completare la sua qualifica dopo il ritiro dal calcio.
Parla 11 lingue e dedica grande impegno in opere di volontariato.